Il paragone tra l’Espressionismo e il cinema di propaganda può risultare audace sotto diversi aspetti, ma è doveroso ai fini della comprensione della storia del cinema tedesco e dell’analisi degli influssi che quest’ultimo ha avuto sul cinema mondiale. Dopo alcuni brevi cenni sulla nascita del cinema tedesco e sul cosiddetto proto-espressionismo, si prende in esame il sentimento estetico del perturbante, appartenente al cinema espressionista, ma che a discrezione personale, considerandolo come un immediato senso di inquietudine, può essere riscontrato anche durante la visione di un film di propaganda come Il trionfo della volontà (Triumph des Willens, Leni Riefenstahl, 1935). La sensazione di straniamento e fibrillazione di fronte alle parate dei soldati in marcia (di cui una scena è stata curiosamente ripresa con la stessa illuminazione e lo stesso angolo di inquadratura della mdp in Guerre Stellari – La vendetta dei Sith), alla luce del sole, alla partecipazione collettiva, all’apparente entusiasmo e alla sedicente atmosfera di normalità che pervade quello che il Prof. G. Rondolino definisce un vero e proprio “documentario su Norimberga”, richiama vagamente anche la successiva poetica filmica di Shining (1980). In effetti, Stanley Kubrick ha impostato il suo film proprio sul saggio che Freud scrive agli inizi del Novecento in merito al perturbante. Infatti, sommariamente, possiamo affermare che l’orrore e lo spavento che si prova nel vedere il film di Kubrick nasce, soprattutto, dal fatto che è girato con una luce accecante perennemente diffusa. Anche l’ordine e la simmetria à la Kubrick, che in Shining raggiunge una delle vette più alte del suo cinema, sono chiari richiami al tema del perturbante e possono essere riscontrati anche nel film della Riefenstahl, come analizzato. Di Pamela Fiorenza
TRA ESPRESSIONISMO E CINEMA DI PROPAGANDA
Categoria: SPECIALE LENI RIEFENSTAHL
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