Un fotogramma tratto dal Trionfo della volontà (1935)
Si può parlare di Leni Riefenstahl e dei suoi film documentari senza calarla pienamente nel contesto della controrivoluzione hitleriana e delle sue conseguenze sulla cultura tedesca? Sì, solo a patto di proiettarne l’opera in un iperuranio di “valori formali” o tecnici privo di contatti con la realtà circostante. Dopo un primo paragrafo (1) dedicato al carattere della propaganda nazista, ci si dedicherà (paragrafo 2) a una breve considerazione della Filmpolitik del Terzo Reich. I due successivi paragrafi (3 e 4) intendono, infine, mostrare come nel Trionfo della volontà (ma considerazioni analoghe potrebbero valere per Olympia)
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