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INTERVISTA A GIANNI RONDOLINO

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INTERVISTA A GIANNI RONDOLINO

P1020681Torino, 20 febbraio 2012. La morsa del gelo siberiano si è finalmente allentata, ma un freddo pungente avvolge ancora la città. Un timido sole, tuttavia, regala una tenue fiammella di calore.

Mi accingo a intervistare il Professor Gianni Rondolino, già docente di Storia e critica del cinema presso l’Università degli Studi di Torino ma soprattutto riferimento imprescindibile per chiunque intenda approcciarsi allo studio di una materia così vasta e affascinante. La sua Storia del cinema costituisce da ben sette lustri il manuale per eccellenza di tutti gli insegnamenti italiani afferenti a questa disciplina. La sua Storia del cinema d’animazione (pubblicata per la prima volta nel 1974) rappresenta tuttora un’autentica pietra miliare. È stato tra gli ideatori del Festival Internazionale Cinema Giovani, primo embrione del Torino Film Festival. Una vera e propria istituzione, insomma; e un vero e proprio mito per me.

Sono quasi paralizzato dall’emozione. Entro barcollante nel palazzo dove il Professore risiede, la mente ottenebrata dal timore e dal tremore. Ma i miei fantasmi si dissolvono allorché lui mi accoglie affabile e sorridente nel suo bellissimo appartamento. Mi conduce nel suo studio e si offre con generosa benevolenza alle mie domande. Mentre il mio sguardo scorre famelico sulla sua immensa biblioteca, ricca di testi preziosi e rari, la sua voce, calda e suadente, mi avvince e mi conquista. Lo intervisto su Leni Riefensthal, la celebre e contestatissima regista tedesca della quale è tra i massimi esperti; e le sue risposte – articolate, esaustive ed esposte con l’apparente semplicità che soltanto i Grandi possiedono – mi catturano e mi seducono, con un unico rimpianto: non aver avuto la possibilità, per ragioni di carattere meramente anagrafico, di ascoltare le sue lezioni.

I testi delle domande dell’intervista sono stati elaborati dalle seguenti persone: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Intervista realizzata da Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

1) Lei organizzò un corso Universitario su Leni Riefenstahl molti anni fa. Come nacque l’idea di studiare l’opera della regista?

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2) Parliamo delle pellicole. Ha avuto difficoltà a reperirle? Quale fu quella più difficile da reperire?

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3) Nel periodo prehitleriano la Riefenstahl divenne una star internazionale per i film di montagna. Secondo lei, quale fu il suo film più riuscito di questo periodo?

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4) Il trionfo della volontà (1934) è considerato una capolavoro. Quali sono le caratteristiche del film che ancora oggi lo rendono un caposaldo della storia del cinema? Quali le caratteristiche dell’estetica nazista che la Riefenstahl ha interpretato in maniera originale?

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5) Veniamo al monumentale Olympia (1938). Ci sono molte soluzioni tecniche, in questo documentario che ancora oggi sono utilizzate (vedi esempio dei Mondiali di Calcio in Germania (2006) dove venne usata una macchina da ripresa montata su una mongolfiera per riprendere dall’alto le partite). Ci sono dei documenti che provano la visione del film della Riefenstahl da parte di Orson Welles prima di Quarto potere (1941)?

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6) In Olympia (1938) il corpo riveste per Riefenstahl una valenza eminentemente fisica (plastica e dinamica) o tende piuttosto ad assumere una funzione metaforica se non addirittura di carattere ideologico?

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7) Come interpreta l’atteggiamento ambiguo di Walt Disney verso Leni Riefenstahl quando la regista tedesca si recò negli USA per il tour promozionale di Olympia (1938)?

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8) Cosa rimane oggi del suo cinema? Che impatto ha avuto il suo modo di riprendere e montare i film?

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9) Che confronto possiamo fare tra la Riefenstahl e Ejzenstejn?

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10) Ritiene ipotizzabile, pur con le ovvie riserve ideologiche, una piena rivalutazione dell'arte di Riefenstahl, com'è accaduto per esempio per Ezra Pound e per i Futuristi?

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