F FOR FAKE: SULLA FALSITÀ DEL VERO E SULLA VERIDICITÀ DELL'ILLUSORIO
È opinione diffusa che la carriera artistica tout court di Orson Welles l’abbia trasformato in una specie di prestigiatore. Per quanto possa sembrare una riflessione approssimativa, l’analogia con la figura del mago, unitamente alla professionalità di Welles, risulta molto più evocativa di quanto d’abord si sia disposti ad immaginare.
Sin dall’infanzia, nell’ambito di quella che molti critici hanno considerato una famiglia eclettica e singolare che gli ha impartito un’educazione non convenzionale , Welles riceve in regalo un piccolo kit da prestigiatore. Più tardi, nel quinquennio trascorso alla “Todd School”, mentre accresce le proprie esperienze teatrali, recitando in tragedie e drammi shakespeariani, Welles si sperimenta anche nell’ambito della magia e dell’illusionismo; si può ipotizzare che sia nato così quell’interesse che lo accompagnerà sempre, intrecciandosi con i suoi lavori e, per certi versi, con la sua vita.
Per chi conosce la produzione di Orson Welles è relativamente semplice intuire gli elementi che potrebbero fare di lui un “mago”. Più intrigante è analizzare gli aspetti che fanno di Orson Welles un illusionista bizzarro, quasi totalmente fuori dalle righe. Di Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.