Abbiamo intervistato il Prof. Bruno Cartosio nella sua casa di Milano.
Attualmente Preside Facoltà di Lingue e Letterature straniere presso l’Università di Bergamo dove insegna Storia dell'America del Nord, Bruno Cartosio si occupa da anni di storia sociale e culturale degli Stati Uniti, collabora con varie testate giornalistiche (tra cui “Il Manifesto”) ed è autore di numerose pubblicazioni. Fu artefice, insieme ad Alessandro Studer ed Enrico Livraghi, della rassegna “La classe operaia nel cinema americano” realizzata all’Obraz Cinestudio di Milano nel 1980. Quella rassegna divenne la base per una pubblicazione dedicata all’operaismo americano nel cinema. BRUNO CARTOSIO (a cura di ), Tute e technicolor. Operai e cinema in America, Feltrinelli, Milano 1980.
Intervista a cura di Massimiliano Studer
Ecco le domande che abbiamo rivolto a Bruno Cartosio:
1) Come è nata la collaborazione tra Lei e il gruppo dell’Obraz per la realizzazione della rassegna “La classe operaia nel cinema americano”?
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2) Come ha creato i contatti diretti con gli americani e cioè con Tom Brandan, Leo Seltzer, Leo Hurwitz e Paul Strand?
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3) Steve Briers sembra abbia giocato un ruolo chiave in questa rassegna. Ci può raccontare chi era e cosa faceva all’epoca? Cosa fa oggi?
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4) Qual è stato il criterio di scelta delle pellicole?
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5) I sindacati americani hanno avuto collusioni con le organizzazioni malavitose (il caso di F.I.S.T. (1978) presentato durante la rassegna è un chiaro esempio) Ci sono stati problemi per la presentazione della rassegna alle organizzazioni sindacali italiane? Ci furono tentativi di veto od opposizioni allora?
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6) Paolo Mereghetti recentemente (“Il Corriere della Sera”, «Riscoperto» Hurwitz il genio comunista USA dei grandi documentari, 21 aprile 2011 pag. 47) ha riportato di una rassegna dedicata a Hurwitz che si è tenuta al Beaubourg a Parigi e curata da Federico Rossin. Quanto è approfondita questa rassegna? C’è spazio oggi, maggio 2011, per una rassegna del genere nel nostro Paese?
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7) Dopo i periodo d’oro degli anni ’70 e ’80, Steven Spielberg con La guerra dei Mondi (2005) e Clint Eastwood con Gran Torino (2008) scelgono di porre al centro dei loro racconti filmici due protagonisti appartenenti alla classe operaia. Hollywood è attratta ancora dalle storie della working class o sono solo due casi limite?
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8) Lei è il più importante storico del sindacalismo americano che abbiamo in Italia. Michael Moore sembra essere il nuovo Leo Hurwitz. Stanno così le cose? Ci sono autori americani sconosciuti che hanno ereditato i principi estetici-politici del grande regista americano?
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Ascolta l'intervista completa (dur. 46' e 07")
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