Dec 21, 2024 Last Updated 10:19 AM, Oct 14, 2021

IBRAHIM EL BATOUT

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الشتا إللى فات –·The Winter Of Discontent

The cinema is like a great ocean. There is no way that you can understand it all. Every day you discover something new. But you cannot ever get to understand everything

We met Ibrahim el Batout·(http://ibrahimelbatout.com)·at his home in Zamalek and talked to him about الشتا إللى فات (The winter of discontent), his latest film will be presented on 31st August at the Venice Film Festival in the Horizons section.

This is the fourth film by Ibrahim el Batout after "Ithaki" (2005), "Ein Shams" (2008) and "Hawi" (2010), and represents a turning point in the career of Batout as it is the first to be shot with professional actors, a budget and a screenplay.

Not using a script has had important ripercussions on the work of Batout, in particolar on "Hawi", which has been very successful abroad, but has been banned in Egypt. Here Ahmed El Attar, general manager of Studio·Emad Eddin Foundation, explains the motivation for censorship in the broader context of government control on cultural policies

Ibrahim lived the Tahrir Square from Rotterdam, where he had gone to receive an award for Hawi. As soon as he returned to Egypt on February 10, he immediately began filming this new movie. In an·interview with Reuters, el-Batout explained that the film is not so much a mere chronicle of recent events Egyptians but rather the message that you can get out of suffering and you can emerge stronger. "In everything I've seen, I've only seen broken human beings, and broken souls," said el-Batout. "In Tahrir Square I saw people coming back to life".

062The film follows the intertwined stories of three young men – Amr, Adel and ·Farah -- on January 25 in a crescendo of surreal uncertainty and fear which is in contrast with the realism of some scenes, especially the opening scene. This reflects on the one hand the background of El Batout, a former physics student who later became an important documentarian (he was a finalist for the Sony International Impact Award 2003 for the documentary "Mass Graves in Iraq") and who –as he told us -- finds no difference between fiction and documentary, and on the other hand reflects his painful personal history (his brother was kidnapped and tortured for two weeks by the secret police)

 

Here's how El Batout himself tells us about his film

"Il cinema è come un grande oceano.·Non c’è modo che tu possa capire tutto.·Ogni giorno scopri qualcosa di nuovo.Ma non puoi mai arrivare a capire tutto" Ibrahim El Batout

Abbiamo incontrato Ibrahim el Batout··(http://ibrahimelbatout.com) nella sua casa a Zamalek e abbiamo parlato con lui di··الشتا إللى فات·(The winter of discontent) il suo ultimo film che verrà presentato il 31agosto al festival di Venezia 2012 nella sezione Orizzonti.

Questo è il quarto film di Ibrahim el Batout, dopo·Ithaki·(2005),·Ein Shams (2008) e·Hawi (2010), e rappresenta una svolta nella carriera di Batout in quanto è il primo ad essere girato con attori professionisti, un budget e una sceneggiatura.·Il fatto di non usare una sceneggiatura ha avuto importanti ripercussioni sul lavoro di Batout: in particolare su “Hawi” che ha avuto molto successo all'estero ma è stato vietato in Egitto: ecco come ci spiega Ahmed El Attar, general manger dello Studio·Emad Eddin Foundation·le motivazioni della censura inserendole nel quadro del controllo governativo sulle politiche culturali.

Ibrahim ha vissuto l’ esperienza di Tahrir da Rotterdam,· dove era andato a ritirare un premio per ·Hawi, e, appena tornato il 10 febbraio ha iniziato subito le riprese di questo nuovo film. 

In un'intervista alla Reuters, El-Batout ha spiegato che il film rappresenta non tanto una mera cronaca degli ultimi avvenimenti egiziani quanto piuttosto· il messaggio che si può uscire dalla sofferenza, e se ne può uscire rafforzati.· "In tutto quello che ho visto, ho visto solo esseri umani spezzati, e anime spezzate," ha detto el-Batout. "A Tahrir ho visto gente che tornava a vivere”

062Il film segue le vicende intrecciate di tre giovani Amr, Farah e Adel il 25 gennaio in un crescendo di·surreale incertezza e paura che fa da contraltare al realismo di alcune scene, in particolare della scena iniziale. Questo riflette da un lato il background di El Batout che dopo gli studi in fisica è stato un importante documentarista (è stato finalista per il Sony Impact Award 2003 internazionale per il documentario "Mass Graves in Iraq") e come ci ha detto non trova differenze tra fiction e documentario; e dall'altro dolorose vicende personali (suo fratello è stato rapito e torturato per due settimane dalla polizia segreta)

 

Ecco come El Batout stesso racconta il suo film

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