Ho intervistato l’attore iracheno Basim Hajar a Pesaro per presentare il film di Tamer El Saed In the last days of the city dove interpreta il personaggio di Tarek. Abbiamo parlato di come le città alternativamente nutrono e schiacciano le loro anime, dello spirito e delle radici di Beirut, dominata da una continua tensione che la rende “una menzogna, bella fuori e marcia dentro”, del Cairo sospesa tra passato e attesa di un futuro che sembra non arrivare mai e di Baghdad, dominata dalla paura e dalla morte ma anche dalla poesia che “è ovunque…aspetta solo di essere scritta” come racconta il calligrafo. E poi ci ha raccontato la sua storia di profugo in fuga dall’Iraq verso la Svezia, di come sia riuscito ad arrivare in maniera rocambolesca al Cairo per girare il film e della difficile situazione del cinema oggi in Iraq dove non ci sono più sale cinematografiche ma dove giovani filmaker cercano comunque di portare avanti progetti come quello di Underexposure (il cui titolo si riferisce alla pellicola scaduta con cui è stato girato il film) su una generazione di iracheni cresciuta durante l'embargo in cui ha recitato anche Basim
Buona visione!
MONICA MACCHI
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