Sono bastati il trailer e pochi spezzoni di Much Loved l’ultimo film di Nabil Ayouch, per dividere il Marocco e scatenare sui social network analisi, giudizi, critiche e minacce di morte: addirittura una pagina Facebook che inneggia all’esecuzione di Loubna Abidar, l’attrice protagonista, ha ottenuto 4.000 “mi piace” in poche ore e pochi giorni dopo è stata aggredita. Il 25 maggio un comunicato del Ministro della Comunicazione Mustapha El Khalfi (il governo è guidato dal partito islamista Giustizia e Sviluppo- Pjd) ha vietato la proiezione in tutto il Marocco dopo che alcuni esperti del CCM (Centro cinematografico marocchino) hanno visionato il film al Festival di Cannes sostenendo che il film mostra “un grave disprezzo per i valori morali e la donna marocchina e un palese attacco all'immagine del Regno”. Much loved racconta la vita quotidiana di Noha, Randa, Soukaina e Hlima, quattro prostitute che devono destreggiarsi tra ricchi sauditi spilorci con in una mano il sub7a (il rosario mussulmano) e nell’altra l’alcool, neri superdotati, poliziotti ricattatori, famiglie lontane o che le allontanano, droghe, lesbiche e transessuali: l’elemento iterativo sono le scene di sesso anche violento ed estremo, con primi piani insistiti e zoom su dettagli.
Di Monica Macchi