LA CLASSE OPERAIA NON VA IN TANZANIA. LE NEVI DEL KILIMANGIARO (2011) DI ROBERT GUÉDIGUIAN
Il film è un inno alla “vecchia” classe operaia, quella che ormai sta andando in pensione, sostituita da una nuova, precarizzata frammentata umiliata indebolita svilita come mai prima (a meno di non risalire al caro vecchio Ottocento “manchesteriano”, a dispetto di tutto il blaterare di innovazione e modernità degli intellettuali organici neoliberisti), alla sua capacità di condurre lotte collettive e costruire solidarietà, trasferendola anche dal luogo di lavoro alla vita famigliare e sociale, alla vita quotidiana. Una “vecchia” classe operaia cosciente che vede oggi con vigile preoccupazione il disordine del nuovo capitalismo flessibile globalizzato e i suoi effetti non solo sul salario e sulle condizioni di vita, ma ormai sulla stessa costituzione antropologica dei “suoi” salariati, questi nuovi schiavi del capitale globale. E allora tutt’altro che “sorpassata”, modernissima e soprattutto indispensabile, se si vuole che la nuova, cioè tutti noi maggioranza salariata di oggi e di domani riusciamo un giorno a riaverci dalla nostra debolezza culturale, subalternità e indifferenza. E non si sottovaluti, sull’onda dell’ebete giovanilismo imperante, questa capacità dei “vecchi” di parlare ai giovani: non è stato addirittura un ultranovantenne a diffondere come un benefico virus in tutto il mondo la parola d’ordine (sempre la Francia, accidenti!) “indignez-vous”? Di Toni Muzzioli