“Durante la notte io non potei a lungo prendere sonno, riflettevo ancora e ancora se a prendermi così fosse stata la Natura o la grande, grande arte con cui era stato fatto il film”
Bertha Helene Amalie Riefenstahl narra con queste parole l'intensa emozione provata dopo aver visto per la prima volta nel Nollendorf-Theater di Berlino un Bergfilm firmato Arnold Fanck, Der Berg des Schicksals. E' interessante come, in due diverse sue produzioni letterarie distanti l'una dall'altra una vita, Kampf in Schnee und Eis (1933) e Memoiren (1987) e nel documentario biografico Die Macht der Bilder del regista Ray Müller (1993) lei usi le stesse parole per descrivere il momento, poichè nel tempo le descrizioni fatte di parole possono variare, arricchite da altri ricordi o riflessioni più mature. Leni invece ha usato le parole come immagini impresse per sempre su pellicola, mostrate dopo un sapiente montaggio di cui lei stessa si è occupata. Kampf in Schnee und Eis racconta la sua esperienza di attrice e regista di Bergfilme con un percorso di conoscenza, crescita e maturazione, dai primi passi di Der heilige Berg (1926) fino alla maestria della regia Das Blaue Licht (1932) e dell'interpretazione in S.O.S Eisberg (1933) parla del suo rapporto e legame con la montagna, la bellezza e le immagini, e non di se stessa.
Di Luisanna Fiorini
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.