Nov 25, 2024 Last Updated 10:19 AM, Oct 14, 2021

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THE GATEKEEPERS, OVVERO QUANDO IL CINEMA SMONTA L’ILLUSIONE DI CONOSCERE LA REALTÀ

THE GATEKEEPERS, OVVERO QUANDO IL CINEMA SMONTA L’ILLUSIONE DI CONOSCERE LA REALTÀ

The Gatekeeper racconta la storia di Israele dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967 da un punto di vista fino ad oggi nascosto, una prospettiva insolita e affascinante raccontata dagli insider, cioè direttamente dai capi dello Shin Bet (o Shabak acronimo di Sherut Bitahon Klali cioè Servizio di sicurezza generale), che è l’organizzazione preposta alla sicurezza interna, con compiti di informazione e sorveglianza in Cisgiordania e a Gaza, mentre il Mossad è preposto alle missioni di spionaggio e controspionaggio all’estero, e Aman rappresenta il servizio di intelligence militare. In base allo statuto, lo Shin Bet, i cui capi rispondono direttamente al primo ministro e non fanno parte della struttura di comando militare del paese, “è al servizio dello Stato di Israele: lo protegge dalle minacce di terrorismo, spionaggio, sabotaggio, eversione e protegge il segreto di Stato”.

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VADO A SCUOLA

Vado a scuola africa

VADO A SCUOLA

Grande appassionato di Africa, il regista Pascal Plisson vi ha trascorso più di 15 anni realizzando documentari sugli animali per il National Geographic, la BBC e Canal+  come  ad esempio, Elephant Family: Bonds for Life e Cheetahs: Fast and Furious; ha inoltre diretto il primo film interamente girato in lingua kiswahili dal titolo Massaï, les guerriers de la pluie. E proprio queste esperienze sono alla base di Vado a scuola. Infatti mentre faceva dei sopralluoghi per il film attorno al lago Magadi, ha notato tre giovani Masai con strane borse di tela (che ha poi scoperto essere cartelle), che stavano correndo da due ore perché non volevano arrivare tardi a lezione... Ha così iniziato a cercare in tutto il mondo ragazzi che affrontano veri e propri viaggi per raggiungere la loro scuola.

Presentato al Festival del film Locarno 2013 nella sezione Piazza Grande; il film sarà proiettato in anteprima nella rassegna “Le vie del cinema” martedì 24 settembre 2013 alle 15,30 e alle 20.00 al cinema Apollo di Milano.

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LA GRANDE (ASSENZA DI) BELLEZZA. IL MANIERISMO VUOTO DI PAOLO SORRENTINO

LA GRANDE (ASSENZA DI) BELLEZZA. IL MANIERISMO VUOTO DI PAOLO SORRENTINO

Sebbene si affanni a negarlo, è fin troppo chiaro che Sorrentino ha concepito La grande bellezza come una sorta di Dolce vita del nuovo millennio. Sorrentino cerca di emulare Fellini ma rimane molto al di sotto di Fellini. La distanza incolmabile fra Sorrentino e Fellini è misurata da un aggettivo: “felliniano”. Lo stile di Fellini era talmente originale, personale, inimitabile, che per definirlo è stato necessario coniare un aggettivo derivato dal suo cognome. Lo stesso vale per Antonioni ed altri grandi registi italiani dell’epoca d’oro del cinema italiano. Invece, non esiste uno stile “sorrentiniano”: lo stile di Sorrentino è infatti una sintesi eclettica di tratti stilistici, spunti ed idee prese da tanti registi diversi, specialmente da Fellini e Malick. Sicuramente è possibile conciliare eclettismo ed originalità, ma Sorrentino di originalità non ne ha molta. Di Giovanna Jacob

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Scarica questo file (LA GRANDE (ASSENZA DI) BELLEZZA. IL MANIERISMO VUOTO DI PAOLO SORRENTINO_Giovann)LA GRANDE (ASSENZA DI) BELLEZZA. IL MANIERISMO VUOTO DI PAOLO SORRENTINO_GiovannLa grande bellezza di Paolo Sorrentino attraverso un confronto con il cinema di Federico Fellini. Di Giovanna Jacob308 kB
 
 

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